Intervista: Bruno Belissimo
Articolo/intervista contribuito da Valentina Bellini di Futura1993
“Centocelle Nightmare” di Bruno Belissimo: un viaggio di cui non si sa (quasi) nulla
“La capra non rimane mai senza / ma senza di che?” Questo dubbio riecheggerà nelle nostre orecchie, come non chiederemo nemmeno il motivo del nome d’arte. Perché il dj, produttore e polistrumentista Bruno Belissimo, immerso in un tale alone “cult” ci sta benissimo. Il secondo singolo estratto dall’album in uscita il 30 aprile, Centocelle Nightmare, è una delirante corsa in autostrada attraverso vecchi film e paesaggi allucinati. Una “fucilata”, come lui stesso definisce il pezzo sui social, a partire dal titolo: chi sono i Centocelle Nightmare? Cerchiamoli su Google. Sono un gruppo di spogliarellisti nato nel 1998 come parodia dei California Dream Men, ai quali contrappongono il quartiere romano Centocelle e l’incubo (nightmare). Ora facciamo atterrare queste nudità muscolose in un brano italo dance ed ecco che torniamo al nostro Bruno, che di bellissimo non ha solo il finto cognome.
Vive e lavora a Bologna, città che sogna con le sue canzoni di trasferire nelle Baleari, anche se proviene dal Canada dove è nato e ha vissuto fino ai 26 anni. Con la band Low Frequency Club pubblica tre album suonati ovunque in Europa. È il bassista di Colapesce per il tour Egomostro (2015) e collabora con diversi artisti sia live che in studio. Nell’aprile 2016 pubblica il primo album solista Bruno Belissimo, che arricchisce l’approccio dance delle prime produzioni con contaminazioni jazz e house. Segue Ghetto Falsetto nel 2018, disco che consacra il suo mix esplosivo di classica italo/space disco e colonne sonore dei film horror/sci-fi ‘70/‘80 rielaborate in ottica contemporanea. Nei due anni successivi pubblica Stargate Mixtape e TUCKER. Bruno è anche fondatore di FUTURO, uno studio che realizza colonne sonore per cortometraggi, lungometraggi e che si occupa di sound design per media e installazioni interattive.
Con Centocelle Nightmare Bruno ha permesso al duo Le Feste Antonacci di slittare sulle strofe come un Rino Gaetano disimpegnato in un assurdo b-movie nonsense. Slegano una capra per farla ballare tanto da non sentire più il freddo che gela un certo Gianmarco. Poi via su una macchina rubata con un beat che accelera per dire tutto con l’ultimo soffio di respiro. Giusto il tempo di riprendere fiato e siamo già assuefatti da questo universo parallelo: sfrecciamo per inerzia fino ad uno schianto finale in lingua giapponese. C’è del funk e molte distorsioni che dall’iniziale “Bim bum bam” anni ‘80 ci riportano al 2021. Roba da pazzi. Geniali. Il nuovo album sarà, come sempre, puro divertimento. Nell’attesa godiamoci questa intervista.
So che parti spesso da suggestioni visive. Qual è stato il processo creativo? Ci dipingi a voce il quadro Centocelle Nightmare?
Quando scrivo un beat o abbozzo una nuova traccia al primo “save” cerco sempre di dare un titolo provvisorio che possa in qualche modo rappresentare al meglio quello che ho appena scritto e il 90% delle volte sono davvero titoli strambi. Il caso di Centocelle Nightmare non è diverso, solo che questo titolo è rimasto, anzi è diventato il tema principale del pezzo! Quando ho mandato a Le Feste Antonacci il provino della canzone loro si son presi benissimo con il tema degli spogliarellisti romani e hanno scritto un testo che racconta di un sogno distopico e nonsense.
La tua firma nella produzione è chiara, ma sei anche eclettico. Hai sempre avuto questo amore per il cinema all’italiana degli anni ‘70/’80 o sei passato anche per altre influenze?
Non mi piace copiare e neppure il revival. Mi piace la musica dance, quella strumentale, un po’ oscura degli anni ‘80 e il funk sanguigno e solare degli anni ’70: credo che queste due siano le mie maggiori influenze.
Tra i brani che hai pubblicato, questo è forse quello in cui il testo riesce più compiutamente a seguire i molteplici viaggi della tua composizione. Chi l’ha scritto? La capra che slegate cosa rappresenta? Chi è Giammarco? Quanto è buono il gelato all’insalata? E come fa a starci un seminario sulle dita? Un’ultima curiosità: sono messe peggio le strade di mercurio o quelle lastricate di carbone? Dimmi anche dove portano, ti prego.
Il testo è stato scritto da quei fulminati de Le Feste Antonacci. Bisogna chiedere a loro che viaggio si sono fatti, io non so niente. Adoro che sia difficile decifrare alcune frasi e questo rende il tutto ancora più intrigante. Sono stati dei grandi.
Cosa dice la voce finale in giapponese?
Credo dica “Bellissimo”.
Nel 2018 sei andato in tour con Francesca Michielin e nessuno capiva cosa c’entraste l’uno con l’altra. Com’è andata?
Tutti pensano che io sia andato in tour con lei, invece ero il direttore musicale. Portava in giro un set elettronico in solo dove suonava tutti i suoi successi remixati (da me e lei) in chiave dance…una bomba, è stato una stupenda esperienza. In realtà abbiamo suonato insieme dal vivo questo set una sola volta, nel 2020, in una serata di presentazione del suo ultimo disco Feat al Rocket a Milano. Abbiamo spaccato, ho un bel ricordo di quella sera anche se fu l’ultimo concerto pochi giorni prima dell’inizio della pandemia.
Segui la scena musicale canadese? Se sì, cosa ne pensi e come si distingue da quella nostrana?
Onestamente non seguo la scena canadese in particolare. Cerco di seguire tutto, di essere aggiornato e non farmi sfuggire niente.
L’italo disco e il gusto indie/it-pop sentono il passato in modo diverso ma sono entrambi generi nostalgici. Dove sta andando la musica italiana?
Il rapporto con il passato è inevitabile ma credo che nel 2021 gli artisti abbiamo il dovere di scrivere qualcosa figlio del nostro tempo e non di rifarsi al passato cercando di emularlo.
Non so dove stia andando la musica italiana, di sicuro è in gran forma e la scena è ricca di artisti molto validi anche a livello internazionale.
Ci parli del Bruno Lounge Bar?
Il Bruno Lounge è il mio programma su Twitch in onda ogni lunedì sera dalla 19 alle 21. Faccio un dj set andando a scovare le perle più nascoste dell’italo dance e, in più, preparo dei cocktail spiegando la storia e la ricetta del drink che bevo. Seguitemi!
Questo singolo precede il nuovo album in uscita il 30 aprile. Qual è il concept di MAISON BELISSIMO?
È un disco di feat molto vario e cantato, una novità per me. Il mio lavoro è stato quello del cowboy che addomestica tutte le incredibili idee e gli spunti forniti dagli artisti con i quali ho collaborato, facendoli rientrare in un recinto che ho chiamato MAISON BELISSIMO.
Le collaborazioni fanno impazzire. Oltre a Le Feste Antonacci, Francesco De Leo, Tatum Rush, North of Loreto e Funk Rimini. Chi ha cercato chi?
Ho cercato tutti io, anche se con alcuni c’era da tempo la voglia di fare musica insieme. Sono artisti che stimo e che ascolto, quindi sapevo che qualsiasi cosa avessero fatto sulla mia musica mi sarebbe piaciuto. Infatti sono contento, sono uscite cose inaspettate e molto forti. Non vedo l’ora che arrivi il 30 aprile per farvele ascoltare.
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Photo Credit: Leonardo Taddei
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