Intervista: LAMECCA

Intervista: LAMECCA

L'energia dei LAMECCA: con Cactus ci prendiamo cura di noi stessi.

Articolo contribuito da Giada Consiglio di Futura1993

Photo credit: Antonio J Venditti

Avere il pollice verde é indubbiamente un'ottima qualità, ma non tutti abbiamo la fortuna di possederlo. A salvarci però c'è il cactus, simpatica pianta grassa che anche con poca acqua continua la sua vita imperterrita. A questa immagine è legata la visione che ho del secondo singolo dei LAMECCA, band composta da: Alfonso Roscigno e Vincenzo Longobardi alle chitarre, percussioni di Gianluca TimoteoAlfonso Palumbo al basso e dalla voce energica e caratteristica di Rossella de Napoli. Una band nata nella periferia di Salerno, tra una sala prove e l'altra, che ha creato due brani inediti dallo stile punk - rock, ricchi di determinazione e intensità. Li abbiamo conosciuti con il primo singolo "Ginger" dove il testo introspettivo mette a confronto una ragazza adolescente con la sua versione di sé più matura (hai perso ragazzina, non ti devi arrabbiare!), "Cactus" invece rappresenta il tentativo di diventare adulti prendendosi cura di sé stessi attraverso qualcos'altro, come appunto una pianta. Ciò che arriva all'ascoltatore é un testo arrabbiato ma anche desideroso di cambiare in meglio (giuro mamma, da domani smetto!). Questi ragazzi dall'estate 2019 alla primavera del 2021, sotto etichette Nufabric Records e Phonarchia Dischi, hanno creato brani pieni di intensità grazie ai suoni distorti e senza regole delle chitarre e alle contaminazioni punk che influenzano lo stile accattivante sia del look che dei videoclip.

Noi di Futura 1993, abbiamo fatto qualche domanda a tutta la band per capire cosa si cela dietro questa canzone e sapere di più sui loro progetti:

Ciao ragazzi! Siete una band emergente che ha una forte carica punk-rock. Da cosa nasce la voglia di provare a fare musica insieme e la scelta di questo stile?
Ciao! Il punk rock appartiene al nostro status di eterni adolescenti, le canzoni sono una conseguenza di un approccio istintivo, abbiamo un inconscio collettivo che si autoalimenta di suggestioni, paure, emozioni e fa sì che Rossella esprima tutta questa tensione attraverso la sua energia e le sue parole. Suonare insieme nasce proprio dal bisogno di creatività, dall’esigenza di esprimere noi stessi perché insieme riusciamo a dare voce a ciò che da soli avremmo taciuto.

Leggevo che già dai vostri primissimi incontri in sala prove siete riusciti a ricavare qualcosa di personale. Qual è l’approccio creativo che avete quando scrivete insieme una canzone?
In fase di composizione cerchiamo di tenere un approccio molto spontaneo, senza pensare troppo a che tipo di pezzo possa venir fuori o a cosa possa ricordare. Qualcuno arriva con un'idea (melodica o ritmica), ognuno ci mette del suo e insieme arrangiamo il pezzo come più ci suona bene. Poi entra in gioco Rossella e ci dà sempre una marcia in più.

"Cactus” è il vostro secondo singolo e racconta la crescita e il passaggio da adolescente a persona adulta che prende il coraggio delle proprie responsabilità. Vi sentite più maturi?
No, eheh. Maturiamo esperienze ma siamo eterni adolescenti con un futuro da giovani vecchi.
“Cactus” è per l’appunto una presa di coscienza, il primo passo verso il prendersi cura di se stessi attraverso qualcos’altro, nonostante le complicazioni dovute alla propria insicurezza.

"Comprerò una pianta grassa// sarà semplice ricominciare con la stessa farsa”: questa frase all’interno di “Cactus” fa pensare alle promesse che facciamo a noi stessi, alla voglia di cambiare, ma alla fine sempre con la stessa faccia. Avete dei buoni propositi per migliorarvi e prendervi cura di voi?
Non è una cosa semplice, si prova sempre a stare “meglio”, ma “meglio” rispetto a cosa? Ecco, a volte si cade e ci si fa molto male, altre volte racconti che va tutto bene ma è tutta una farsa, trovare un equilibrio sembra impossibile, invece prendersi cura di qualcosa o qualcuno potrebbe salvarci e strapparci un sorriso di sincero benessere.

Un’altra frase che mi ha colpito è “tu sei nuda, carne trasparente”, rappresentando il vuoto che a volte sentiamo dentro noi stessi. Quanto, secondo voi, passare momenti di insofferenza può renderci più forti?
La differenza è data dalla consapevolezza, sapere è forza, conoscersi è forza, magari non ti aiuterà ad evitare gli errori e a stare meglio con te stesso ma ti permetterà di reagire ed essere pronto a tutto.

Ad aprire il vostro percorso musicale c’è stato il primo singolo “Ginger”, dai toni più malinconici, affrontando il distacco dalla propria adolescenza. Come avete vissuto questo passaggio nelle vostre vite?
La malinconia è un sentimento che ci accompagna tutti abbastanza spesso. Cerchiamo però sempre di guardare al nostro percorso e agli episodi che ci hanno fatto crescere come a un bagaglio di esperienze che maturi uno step dopo l’altro. La Rossella di “Ginger” che dà preziosi consigli alla sé stessa adolescente rappresenta proprio questo. In “Cactus” subentra una maggiore consapevolezza ed è più incentrata sul presente, nel bene e nel male che questo comporta.

Rossellahai una voce molto potente, ma anche la tua immagine e lo stile colpiscono molto. Come vivi l’arte e la moda?
Mi è sempre piaciuto giocare un po’ con la mia immagine. Spesso non riesco a trovare pace, cambierei ogni giorno se potessi, come l’avatar di un videogioco. Quello che si vede è un biglietto da visita che probabilmente non rivela nulla di concreto agli altri, ma sicuramente fa stare meglio me stessa.

Il tappeto ritmico delle chitarre e della batteria rende i vostri brani molto potenti. Quali sono gli ascolti che hanno condizionato il vostro background musicale e che fanno da ispirazione?
Prima che musicisti siamo grandi ascoltatori. Lo siamo stati da giovanissimi e lo siamo tuttora. Siamo tutti molto curiosi, ci piace andare ai concerti, ascoltare cose nuove e sorprenderci. Anche per questo abbiamo background abbastanza variegati... Quello che ci accomuna è certamente l'essere cresciuti col rock alternativo degli anni 90-2000 in tutte le sue sfaccettature, ma oggi ci sentiamo di dire che siamo influenzati da tantissime cose, non necessariamente rock.

Cosa vi aspettate dal futuro? Che progetti avete in mente?
La cosa che più attendiamo con ansia è di poterci confrontare costantemente con il palco e con il pubblico live. Presto ci saranno novità in questo senso, ma prima dobbiamo concentrarci ancora un po' sulla promozione delle nostre prime uscite. A questo proposito cogliamo l'occasione per invitare tutti a seguirci sui nostri canali, dai social alle piattaforme di streaming: tutte le forme di supporto sono importantissime per i musicisti indipendenti, molto più di quello che spesso si pensa.

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