Intervista: Miglio

Intervista: Miglio

Techno Pastorale: l’incontro tra lirica ed elettronica. Il nuovo singolo di Miglio.

Intervista contribuito da Elvira Cerri di Futura 1993

Dopo un'estate passata sui palchi dei principali festiva italiani, Miglio torna con un nuovo singolo: Techno Pastorale. Uno sfogo personale, un intreccio di generi, lirica ed elettronica sintetica, che si incontrano in un brano viscerale e cupo. Miglio nasce nella provincia bresciana, cresce ascoltando Ivan Graziani, Dalla, Jeff Buckley e i Joy Division, riferimenti che confluiscono in quello che lei ama definire cantautorato postmoderno. A gennaio 2022 esce il suo primo EP - Manifesti e immaginari sensibili – nonché suo primo lavoro in studio. Gli ultimi mesi hanno significato per lei una vita adulta, fatta di sacrifici e qualche sofferenza, ma non solo: è stato un momento di liberazione, momenti alterni di felicità e apatia, amori e noia. Techno Pastorale è anche contenuto visual che, grazie anche alla collaborazione con Martina Platone rappresenta un viaggio collettivo tra la città e la provincia. Noi di Futura 1993 abbiamo incontrato Miglio che ci ha raccontato parte del suo mondo.

Ciao Miglio, ben ritrovata. Dopo nove mesi dall’uscita del tuo primo EP - Manifesti e immaginari sensibili – ritorni con il singolo Techno Pastorale, un brano da una produzione complessa e una scrittura romantica e quasi viscerale. Cosa ha significato per te aprirti e liberarti in questa canzone?

Techno pastorale è un brano molto prezioso per me, nasce da esigenze comunicative interne, dalla necessità di dire delle cose come segno di liberazione personale.

Il brano sembra il frutto, oltre che della tua arte, anche di influenze passate e post-moderne. Quali artisti ti hanno influenzato maggiormente nella tua carriera di cantautrice?

Senz’altro le origini di ascolti provenienti da gran parte di cantautorato italiano hanno fatto da base per poi spostarmi in mondi nuovi e quindi scoprendo gruppi come CCCP, Afterhours e poi l’incontro con ascolti come Joy Division, The Cure ma anche Paul Kalkbrenner.

Tornando a Techno Pastorale, il brano presenta melodie liriche a tratti cupe e complesse, che vengono contrapposte a suoni techno. Come è nata l’idea di far incontrare due generi opposti?

Credo sia nata per esigenza comunicativa e attraverso la sperimentazione e il fondere di diversi mondi sonori che mi affascinano, siamo partiti dai Joy Division e quindi da influenze new wave/industrial fino ad arrivare a Clock DVA/Kalkbrenner e quindi a fonderli con la club culture e la ricerca elettronica.

Per la produzione del brano e la visual art, hai scelto altri due artisti: Marco Bertoni e Martina Platone. Cosa ti ha attratto di più del loro lavoro? Sei soddisfatta della tua scelta?

Marco Bertoni è stata una scelta precisa e fortemente voluta. Marco è un grande musicista e produttore nonché una figura importante per la crescita artistica personale di un giovane, è un vero mentore. Abbiamo fin da subito creato una nostra comunicazione e ne sono davvero molto felice. Martina Platone è una mente creativa giovane in continuo fermento e crescita, è un’artista e ha una sensibilità importante. Sono persone che hanno capito il mio modo e mondo.

Ascoltando il primo EP emergono molte differenze sia nella scrittura, sia nella produzione, una crescita interiore. Raccontaci come si è evoluta la tua arte.

Ho deciso di scrivere questo nuovo lavoro e produrlo proprio perché mi sentivo e mi sento in evoluzione e in fermento. Fin quando si hanno delle cose da dire bisogna continuare a farlo e non fermarsi.

Nel testo di Techno Pastorale emergono due temi ben radicati nella nostra generazione, amore e futuro. Cosa vorresti cambiasse a proposito del futuro? E nell’amore?

Il nostro presente adesso è abbastanza buio, se ci guardiamo attorno i tempi non sono dei migliori, stiamo vivendo un precariato in tutti i sensi e ambiti, con possibilità di regressione o comunque di non progressione civile e umana. Auspico a un futuro fatto di luce e di libertà incontaminata. L’amore è il salvagente per questi tempi incerti.

Rimanendo in tema futuro: c’è un artista o più artisti in particolare con i quali ti piacerebbe collaborare?

Sì, certamente, ce ne sono e si spera di poter condividere la musica insieme.

Se ti va di spoilerare qualcosa: quali progetti ci proporrai in futuro?

Canzoni nuove e visioni e suoni nuovi, ci vediamo ai concerti!

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