Intervista: ROS
Per i ROS questa non è l'ultima volta
Intervista contribuito da Marika Falcone di Futura1993
Camilla Giannelli, Lorenzo Peruzzi e Kevin Rossetti sono i ROS, nome che non ha nulla a che fare con il colore dei capelli di Camilla né con il famoso gruppo islandese.
I tre musicisti iniziano a suonare insieme dal 2015, nel 2016 aprono il loro canale YouTube e dopo due anni di gavetta e concerti, nel 2017 li troviamo nell'undicesima edizione di X Factor Italia in cui stupiscono Manuel Agnelli che infatti sceglie di inserirli nella sua squadra. Il percorso di X Factor è positivo per la band che cresce e ha l'occasione di farsi conoscere e acclamare dal pubblico, arrivando semifinalista e pubblicando un Ep, Rumore, con una delle major più importanti nell'industria musicale, la Sony.
Dopo X Factor i Ros non si fermano, ma sfruttano quel trampolino per lavorare meglio e ancora di più. Questa scelta si rivela una mossa giusta perché li porta ad esibirsi in 25 date in giro per l'Italia, mettersi al lavoro per scrivere e comporre nuova musica e arrivare così alla decisione di chiudersi in studio di registrazione e pensare al loro primo album.
Si sono presi tempo, ci hanno lavorato molto, hanno voglia di raccontarci tanto e non allontanarsi dal loro alternative rock 'rosso fluo', come amano definirlo.
L'ultima volta, il pezzo che anticipa l'album, uscito il 26 maggio, è la fine di un percorso o l'inizio di un altro, ma anche entrambe le cose. È un brano che fa saltare e ballare, ma anche pensare. Per sapere se è questo che dobbiamo aspettarci dall'album che arriverà in autunno, abbiamo voluto chiedere ai ROS qualcosa in più.
Ciao ragazzi! Come state e come state vivendo questo periodo di ripresa generale e di novità per voi?
Ci piace rispondere "pericolosamente bene". Stare bene è più pericoloso di stare male, no? Però il pericolo ci è sempre piaciuto.
L’ultima volta è un pezzo che ci fa saltare, ma anche pensare. Provare, rimpiangere, ridere, promettere, fare casini. Cosa ci vuole raccontare questa canzone?
Vuole raccontare ad ognuno quello che vuole sentirsi raccontare. Tu ci hai visto qualcosa, un altro ci vedrà altro, è un casino. Ma spesso è proprio nel caos che si trovano le risposte.
“Questa è l’ultima volta” è una promessa che tutti si fanno e nessuno poi mantiene. Quali sono state le vostre più frequenti “ultime volte”?
Non si dicono! Sono tutte le volte che qualcosa ti piace di più di quanto ti faccia male. Lo facciamo tipo tutti i giorni.
La produzione del brano è di Andrea Pachetti e Divi dei Ministri, niente male insomma. Com’è stato lavorare tutti insieme?
Stimolante. È stato come avere la sensibilità aumentata: quando c'è intesa, la musica è più bella ed è più bello fare musica. Ma anche bere le birre e dire le cazzate.
L’ultima volta anticipa il primo disco dei ROS, dopo molti singoli e un Ep, Rumore. Dal vostro esordio sono passati ben cinque anni: sono stati gli impegni, il caso o c’è altro dietro questa attesa?
C'è dietro il nostro bisogno di fare esperienze. Sono successe tante cose in questi anni e siamo cresciuti insieme. Abbiamo aspettato il momento giusto per esprimere chi siamo davvero: adesso lo sappiamo e presto lo sapranno tutti.
Un bel po’ di gavetta, un talent, molti live e poi l’album. Il vostro percorso mi ricorda quello dei Maneskin, freschi di vittoria all’Eurovision e a Sanremo. Manuel Agnelli, che è stato anche il vostro coach, ha definito le due vittorie come l’apertura di un universo per la musica italiana. Voi cosa ne pensate?
Pensiamo che il successo dei Maneskin riguardi qualcosa di più grande che sta succedendo alla musica e che stiamo aspettando da tanto. Manuel ce lo ripeteva sempre: "tornerà il rock". In questi anni abbiamo urlato forte e fuori dal coro per farci sentire, adesso è il momento giusto per farlo ancora di più.
Questo pezzo riesce a portarci nel mood che avrà il vostro album? Cos’altro ci potete spoilerare a riguardo?
L'Ultima Volta è uno dei tanti colori che fanno parte dell'album e che mostreremo uno ad uno. È il biglietto di ingresso per un mondo alternativo. Per il resto possiamo solo dirti che ci sono gli anni Novanta, c'è il 2021 e ci siamo noi. E che la somma di quei colori è il rosso fluo.
Tornare live come vi fa sentire? State già pensando al prossimo tour?
Tornare live ci fa sentire "a-live"... Scusate (ridono). Sì, è come tornare a vivere. E sì, stiamo pensando al tour. La nostra musica nasce suonata e per essere suonata. Sennò non si gode un cazzo.
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