Intervista: Lysa
L'Alaska è una dedica: intervista a LYSA
Intervista a cura di Cecilia Nicolè di Futura1993
Vieni via io e te in Alaska
col fuoristrada a ridere dei baffi della gente
Vieni via sei la mia strada
una di quelle buone
tu chiamami stanotte e io vengo da te ma non scrivere di no
Ognuno di noi ha impresso nella propria memoria un luogo; col passare del tempo, è il luogo stesso a diventare sinonimo di un momento della nostra vita, ed è come se non potessimo più visitarlo senza sentirci legati ad esso. Un profumo, un istante, un suono. Che poi il luogo in questione sia reale o immaginario, poco importa.
Il nuovo singolo di LYSA, ALASKA (uscito il 24 settembre per Canova Rec/Polydor/Universal Music Italia) è un’intima dedica al nonno, con cui condivideva la sua più grande passione: cantare.
Incuriositi, abbiamo pensato di prenderci un momento e parlarne un po’ con lei.
Ciao Lysa, come va?
Ciao ragazzi! Non potrei essere più felice di cosí, sto ricevendo davvero tanto affetto per Alaska.
Com’è essere un’artista emergente in un periodo così particolare, per l’industria musicale e non?
È sicuramente difficile distinguersi perché il mercato della musica è davvero pieno, però per altri aspetti ora è più semplice grazie ai social. La pandemia ha rallentato molte cose ma essendo un'artista emergente non ho sentito un cambiamento radicale nel mio percorso.
Descrivi il tuo nuovo singolo ALASKA come “un sogno, il desiderio [...] di trascorrere un po’ di tempo in più con il mio amato nonno, facendo quello che amavamo di più: cantare”. É un momento veramente personale, ce ne vuoi parlare un po’?
Era un legame fortissimo il nostro. Ricordo quando per la prima volta l'ho sentito cantare, sono rimasta muta e ferma. Quando ha scoperto che anch'io canticchiavo in giro per casa è subito andato a dire ai miei parenti e ai miei genitori che sarei diventata una cantante! Io però, al contrario di mio nonno, non volevo farmi ascoltare da nessuno. Ricordo che mia nonna mi aveva insegnato una canzone polacca per bambini e mio nonno mi chiedeva di cantarla spesso. Mi portava regali su regali e non chiedeva niente in cambio. Mi manca ogni giorno di più ma spero di averlo reso fiero con Alaska.
In ALASKA hai collaborato con Michele Canova (Marco Mengoni, Elisa, Jovanotti); com’è iniziato il vostro percorso insieme?
È iniziato un bel po' di tempo fa, un amico di Michele mi ha notata su Instagram, stavo cantando una canzone di Anne Marie. Ho ricevuto un suo messaggio dove diceva di aver inviato la mia musica a Michele Canova. Poco dopo sono stata contattata proprio da lui e non riuscivo a credere che tutto ciò fosse successo tramite una cover. Ora faccio parte di Canova Rec e sono veramente riconoscente a Michele per aver creduto in me.
ALASKA arrivato dopo i singoli MOTEL, CIAO, KISS (Muah Muah) e l’omonimo LYSA. Oltre al capslock, cosa lega le tue canzoni?
Per me è importante creare prima di tutto e posso dire che i miei primi pezzi sono degli esperimenti di stile e di genere che mi hanno portata a capire il mio vero percorso. Alaska e Motel hanno entrambe lo stesso colore per me, questo nuovo mondo mi appartiene e lo sento mio.
Se dovessi scegliere un artista, internazionale o non, con cui sogni una collaborazione, chi sarebbe?
Sicuramente Blanco. Il suo ultimo album, Blu Celeste, mi ha fatto provare emozioni che sento vicine. Sento che ha ancora tante cose da dire.
Siamo curiosi di sentire cosa farai in futuro! Puoi già svelarci qualcosa?
Top secret. Scherzo, ho ancora molti pezzi che mi stanno a cuore e spero vi regalino emozioni forti. Ci sono altri progetti in corso ma a breve capirete.
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