Masco: "Senza Perderci"
Classe 1993, Marco Mascolo, in arte Masco, nasce e cresce a Foggia. All’età di 17 anni, con lo pseudonimo di “Markomas”, inizia a pubblicare musica da club, prevalentemente Tech House, su varie label, arrivando a firmare per major e collaborare con importanti artisti del settore. Dopo qualche anno sente la necessità di esprimersi al 100%, così inizia a scrivere, comporre e cantare i suoi pezzi. Nel 2021 sente di aver raggiunto la giusta maturità artistica per lanciare questo nuovo progetto, che lo vedrà cimentarsi in un viaggio musicale a 360 gradi. Nella sua musica troverete influenze del suo background House e dei suoi ascolti di vario genere, che si fondono creando un’atmosfera energica ed introspettiva allo stesso tempo. Occupandosi anche delle produzioni, Masco riesce a comunicare a pieno la sua idea artistica, senza paura di cimentarsi in nuove strade, passando da groove elettronici a tracce completamente acustiche.
Il 22 Gennaio ha rilasciato il suo singolo di debutto “Senza Perderci” per Pulsing Rec.
“Senza Perderci” accende i riflettori sulle potenzialità di questo artista “emergente”. Masco ci fa ballare con malinconia, tra groove da club e voce distorta, con un testo apparentemente semplice ma ricco di significati. Marco non parla soltanto di una storia d’amore ma vuole farci riflettere sull’importanza e sulla forza delle cose che abbiamo, e sulla determinazione nel voler inseguire davvero la propria strada a prescindere da dove ci si trovi.
Marco commenta “A volte ci viene voglia di scappare via, senza pensare realmente a quello che abbiamo costruito e a quanto potremmo perdere. In questi anni ho capito di poter raggiungere i miei obiettivi, a prescindere dal luogo e dai preconcetti. “Senza Perderci” lo vedo come un inno alla presa di coscienza di me stesso e di quello che voglio fare. Allo stesso tempo, però, rispecchia la mia voglia di voler scoprire e migliorare quei lati di me che ancora non conosco e che mi fanno sentire sbagliato (mi chiedi chi sono e non lo so, ma se proprio insisti potrei dirti che non vado bene”.
Abbiamo avuto il piacere di fare due chiacchiere con Marco con l’occasione della pubblicazione di “Senza Perderci”:
Ciao Marco, possiamo definirti ugualmente un emergente visto il tuo background?
Direi un emergente a metà. Mi affaccio per la prima volta in questo mondo della musica “per tutti” e lo vedo come un grande traguardo. Sicuramente è un po’ come ricominciare da zero, ma il mio trascorso da Dj/Producer (carriera che continuerò a portare avanti in parallelo), mi ha aiutato a capire tante dinamiche del settore e, soprattutto, mi ha confermato che la musica è parte integrante di me.
Quando hai capito di voler iniziare a scrivere e cantare i tuoi brani?
In realtà l’ho sempre saputo, chi mi conosce bene lo sa. Sono anni che sento la necessità di esprimermi in modo completo attraverso la musica e di farmi conoscere per quel che sono realmente. Credo di aver rimandato per paura di non essere pronto ad espormi; anche se la mia forte tendenza alla procrastinazione credo ci abbia messo lo zampino.
Come ti approcci alla creazione di un nuovo brano?
Non ho uno schema fisso. Essendo il produttore dei miei stessi brani, spesso parto dal beat o da una semplice progressione di accordi; mi lascio trasportare dal “mood” che ne esce fuori ed inizio a scrivere qualcosa e creare melodie vocali. Nasce tutto in modo molto spontaneo e naturale ed il più delle volte le cose fatte di getto sono quelle che mi soddisfano maggiormente.
Quanto è importante la parte da “producer” nella tua musica?
Credo sia fondamentale. Posso modellare le mie idee in ogni singolo dettaglio e sfumatura. Quando sento qualcosa che non va in un brano posso sperimentare fin quando non capisco cosa manca o cosa è di troppo. Quando riascolto un brano in cui ho registrato da me le parti di chitarra, la linea di basso ecc. provo delle sensazioni molto più forti, una sorta di feeling con l’intero brano. La consapevolezza di aver creato qualcosa partendo da zero è impagabile.
Quanto c’è del tuo background nel tuo nuovo singolo “Senza Perderci”?
“Senza Perderci” rispecchia molto la mia idea di fusione di due mondi . Si sente in modo abbastanza netto quel sapore housey proveniente dal mio background. Credo di aver reso il tutto molto particolare con la voce distorta e quella sorta di “intermezzo urban”.
Il brano parte con una frase molto incisiva “Mi chiedi chi sono e non lo so, ma se proprio insisti potrei dirti che non vado bene.” Ti va di spiegarcene il significato?
Beh, credo che tutti abbiano avuto dei momenti in cui si sono sentiti degli estranei, fuori luogo. Quando ho scritto quella frase ero in un periodo particolare della mia vita; avevo capito di aver preso decisioni totalmente diverse da quelle che il “vero Marco” avrebbe preso e me ne facevo quasi una colpa, mi sentivo sbagliato.
In fin dei conti, però, il mood del brano è positivo, no?
Certamente. Molte volte diamo la colpa dei nostri insuccessi e delle nostre insoddisfazioni ai luoghi e alle situazioni in cui ci troviamo.
In questi anni ho capito di poter raggiungere i miei obiettivi, a prescindere dal luogo e dai preconcetti. Senza Perderci lo vedo come un inno alla presa di coscienza di me stesso e di quello che voglio fare. Il brano, però, parla anche del “non perdersi” tra due persone, resistere alle difficoltà e restare uniti.
Mi piace l’idea che ognuno possa dare una propria interpretazione al testo, adattandola alle proprie sensazioni.
Quali sono i tuoi ascolti? Influenzano la tua musica?
Non voglio sembrare banale, ma mi piace ascoltare un po’ di tutto, dal soul americano più ricercato al pop super mainstream. Credo sia positivo non avere i “paraorecchie” negli ascolti. Devo ammettere però che ho dei periodi in cui mi fossilizzo per mesi sugli stessi album ed ascolto solo quelli in loop. Sicuramente quello che ascolto influenza la mia musica, secondo me più ascolti qualcosa e più tendi a portarla quasi inconsciamente nei tuoi progetti. D’altronde nella musica e nelle arti in generale è sempre stato e continuerà ad essere così. I nuovi filoni e i nuovi generi che funzionano sono spesso delle reinterpretazioni di cose leggendarie del passato, ed io la vedo come una cosa positiva.
Quale sarebbe il tuo feat. Dei sogni?
Mentirei se non ti dicessi Mecna. Lo seguo da quando cantava con nasty e lustro. Credo sia uno degli artisti più completi della scena attuale e non nascondo che è l’artista che forse influenza in modo maggiore la mia musica. Per me Corrado non ha mai sbagliato un colpo, è riuscito ad evolversi rimanendo particolare e soprattutto riconoscibile.
Tra l’altro Mecna è della tua stessa città. Com’è la scena musicale lì?
Credo che da Foggia stiano nascendo degli artisti davvero interessanti. Alcuni nomi credo riusciranno ad imporsi presto nella scena nazionale. Missey, ad esempio, sta spaccando tutto, è un vero talento e crede nella musica in un modo assurdo, merita troppo!
Cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi?
A marzo uscirà un nuovo singolo, dal sapore completamente diverso rispetto al primo. Sto lavorando duro in questo periodo e sto chiudendo il mio primo album, che uscirà tra maggio e giugno. Forse è una scelta azzardata partire subito così, ma i brani che ho scritto in questi mesi non riesco ad immaginarli slegati tra loro, sarebbe come un viaggio interrotto sul più bello.
Non sarà un album monotematico dal punto di vista del sound. Ci saranno tracce sul filone elettronico di “Senza Perderci”, altre dal mood urban e altre completamente acustiche. Non voglio darmi troppe regole riguardo a questo.
Ci sarà anche un feat. importante, ma questo lo svelerò più in la.
E tu cosa ti aspetti da questa nuova avventura musicale?
Il mio obiettivo al momento è quello di farmi conoscere per quello che sono e condividere con gli altri quello che mi piace fare. Ovviamente sarei un bugiardo se ti dicessi che sarei felice anche con un seguito di dieci o venti persone; credo che il “successo”, nell’accezione più positiva del termine, sia l’ambizione di tutti quelli che iniziano un nuovo percorso, artistico o meno che sia. Per ora però mi godo l’entusiasmo, la felicità e la soddisfazione che tutto questo mi sta regalando.
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