Tatum Rush: Totem Crush

Tatum Rush: Totem Crush

La sera di mercoledì 24 gennaio c’era in un’atmosfera torbida e polisensuale alla prima mostra in quest’antica cripta, intitolata Totem Crush presentato dalla Schwartz e Müller Gallery nel centro di Milano, a due passi dal Duomo. Titolo di natura massimalista che comprime con la forza di una pressa industriale riferimenti che scaturiscono dall’antico Egitto fino all’iconografia contemporanea e oltre. Questo show si compone in particolare di sculture, in buona parte agite dagli stessi artisti coinvolti – cinque, provenienti da vari continenti – durante performance che hanno animato questa serata inaugurale.

Il centro dell’esposizione è costituito dai lavori di Tatum Rush. Tatum è stato definito il primo e unico divo della Svizzera italiana1 , posizione meritata ma non facile da mantenere. Opera tra under e overground, spesso vicino all’acqua – che sia a Lugano, St. Saphorin, Copacabana o Antibes – da dove appare come un Very Interdisciplinary People, come pochi altri in Svizzera capace di connettere mondi altri, distanti tra loro e da quello comune e banale. Iconoclasta e appropriazionista di natura, Tatum ha scomodato due icone contemporanee caricandole di un’aura neomitologica.

Partiamo dal totem che Tatum Rush ha creato partendo dal megagarage di Ricky Martin. In quest’opera vi è un chiaro riferimento a Étant donné: la chute d’eau, le gaz d’eclairage, opera storica di Marcel Duchamp. Si tratta di un’opera cinetica, grazie al potenziale energetico costituito dalla benzina prelevata da una delle Mercedes di Ricky Martin, idrocarburo che diverrà anidride carbonica e vapore acqueo, ma soprattutto fiamma, in uno dei riti centrali della serata. La vestale di questo rito è la curatrice sino-americana Patty Wong e l’azione è intitolata La Noche del Fuego de San Martin. Ricky Martin si è già sacralizzato nell’unico, vero Olimpo, qui viene al contempo fatto santo e ridotto a ingrediente alchemico attraverso un rito quasi-massonico. A questo totem ha contribuito anche la famosa attrice Aomi Muyock (Love, Gaspar Noé) con un bambolotto voodoo dagli organi genitali esposti, dedicato allo stesso giovane artista cosmopolita.

L’altra scultura di natura totemica creata da Rush s’intitola Tomb Raider, titolo preso dal noto film interpretato da Angelina Jolie. Rush e suoi assistenti hanno potuto infiltrarsi in una sua dimora nel sud della Francia, da dove hanno potuto trarre oggetti selezionati, poi assemblati in una sequenza policroma.

Notevole è la presenza dell’artista svizzera emergente -in vera fase di lancio- Lisa Lurati. Le sue grandi tele create tramite un antico processo fotosensibile -la cianotipia- catturano le rifrazioni di ombre provenienti da un sottomondo ancestrale, chiaroveggente e mitologico. Le sue sculture tendono a nascondere i materiali pregiati con cui sono realizzate, come il bronzo, e prendono le mosse da elementi primigeni dell’Universo come le stelle e le ammoniti i cui fossili parlano a noi dall’era cretacea.

Lisa Lurati traspone in opera anche piccoli teschi animali e questa parte del corpo viene ripresa anche dall’artista e musicista americano Harry Druzd -altro partecipante all’evento dotato di grande carisma- in opere che riprendono l’uso di questa cifra iconica padroneggiata da suoi contatti diretti, in primis JeanMichel Basquiat.

Si noti bene che la serata inaugurale é stato speciale anche per la pubblicazione mondiale durante una delle performance di un nuovo EP composto di due brani originali di Tatum Rush specificamente dedicati ad Angelina Jolie e Ricky Martin e per le performance del curatore Riccardo Lisi -aka Rich Richardsons- e di altri sodali, assieme all’imprescindibile presenza live della star Tatum Rush, e non solo per la fortissima assonanza con Totem Crush!

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