Intervista: Andrea Poggio
Intervista a mezz’aria con Andrea Poggio
Intervista contribuito da Federico Armellini di Futura 1993
Classe ‘82, avvocato, Andrea Poggio è un cantautore policromatico alessandrino ormai trapiantato a Milano. Il suo percorso musicale inizia con i Green Like July, band dallo stile tradizionale americano, con il quale incide tre dischi, due dei quali (Four-legged fortune e Build a fire) vengono registrati da AJ Mogis nei prestigiosi ARC Studios di Omaha, Nebraska. Terminata nel 2014 l’esperienza con i Green Like July, inizia il suo percorso solista in italiano che lo porta, nel 2017, all’uscita del suo primo album Controluce: un lavoro che nasce dal bisogno di discostarsi dagli standard della canzone pop, per dar vita ad un concept più ricercato e originale nel quale la tradizione del cantautorato italiano incontra arrangiamenti e produzioni decisamente moderni e contemporanei.
Il 5 aprile è uscito per La Tempesta Dischi il suo nuovo singolo Parole a mezz’aria, brano che anticipa l’uscita del secondo album di Andrea, dal titolo Il futuro, prevista per il 5 maggio.
Parole a mezz’aria è un uptempo triste sul quale però si può anche ballare, un’irrequieta successione romantica di fotogrammi e diapositive di due amanti divisi dalla vita e dal tempo, ma sempre uniti e fedeli.
In attesa di ascoltare il nuovo album ci siamo fatti quattro chiacchiere con lui per approfondire meglio Parole a mezz’aria e farci spoilerare qualcosa su Il futuro.
Ciao Andrea, da poco è uscito il tuo ultimo singolo Parole a mezz’aria. Per te quali sono le parole che stanno bene a mezz’aria?
Le parole delle canzoni. Il bello di avere a che fare con una forma narrativa tanto limitata è proprio quello di avere la possibilità di lasciare le frasi a metà, di lasciare spazi interpretativi al non detto.
Parole a mezz’aria è il secondo singolo estratto dal tuo nuovo album Il futuro, in uscita il 5 maggio. Ci spoileri qualcosa sul disco?
È un disco che è stato registrato nell’arco di un anno tra Milano e Bristol e alle cui registrazioni hanno partecipato tanti musicisti. Con alcuni dei quali avevo già collaborato in un modo o nell’altro. Penso ad Adele Altro, Enrico Gabrielli e a Caterina Sforza. Con altri invece è stata la prima volta: Galea e Angelo Trabace, ma anche Generic Animal e Francesco Fugazza. Rispetto a Controluce sono state coinvolte molte più persone e questa cosa credo che si senta.
Rimanendo in tema futuro, tu come te lo vivi?
A tal proposito diceva George Harrison: “Ring out the old, ring in the new / ring out the false, ring in the true”.
Nella tua musica coniughi la tradizione del cantautorato italiano con produzioni e sonorità decisamente contemporanee. Dove hai trovato il punto d’incontro fra tradizione e contemporaneità?
Bella domanda, dove l’ho trovato proprio non saprei. Credo però che sia estremamente importante per un artista parlare il linguaggio del proprio tempo e non riprodurre in modo pedissequo i modelli del passato.
Prima dei tuoi dischi solisti ha inciso tre album con i Green Like July. C’è qualcosa dell’approccio musicale da band che hai portato nel tuo percorso solista?
I Green Like July hanno avuto varie incarnazioni, però per molti anni oltre a me sono stati Nicola e Paolo, rispettivamente al basso e alla batteria. Ancora oggi la struttura ritmica rappresenta il punto di partenza dal quale si sviluppano le mie canzoni, gli arrangiamenti arrivano solo alla fine del processo creativo.
Hai lavorato alla colonna sonora del film Onoda del regista francese Arthur Harari. È un’esperienza che rifaresti? E con quale regista ti piacerebbe collaborare?
È stata una bellissima esperienza. Insieme ad Enrico, Sebastiano e Gak abbiamo prodotto una grande quantità di materiale che sarebbe bello pubblicare prima o poi. Da una composizione che Enrico ha scritto per Onoda, ma poi scartata, è nato un brano del nuovo disco che si chiama Fuori città. Mi piacerebbe molto lavorare con Luca Guadagnino.
Con questa ti saluto. Il 13 aprile hai suonato al Teatro Filodrammatici di Milano per il MI AMI Preview: come è stata l’esperienza di esibirsi a teatro? E parlando invece sempre di MI AMI, cosa ne pensi della line up di quest’anno?
Il Teatro Filodrammatici è un teatro molto bello con una storia antica e affascinante. Se si pensa che ci hanno recitato Eleonora Duse e Sarah Bernhardt! È stata una serata molto emozionante, anche perché è stata la prima con la nuova formazione, cioè con Arianna Pasini e Adele Altro. Per quanto riguarda la line up del MI AMI, invece, ci sono artisti che mi piacciono molto. Ad esempio, sono curioso di vedere Ginevra ed Emma Nolde. Anche Dente, i Delicatoni e Colombre, ma sono sicuro che mi sto dimenticando qualcuno.
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